Archivio Ramelli - articoli di giornale La Notte, 23/3/1987 Alla sbarra i medici assassini |
Il processo per l'uccisione del missino Sergio Ramelli
entra nel vivo oggi dopo il rinvio dì settimana scorsa dovuto ad
un'indisposizione del presidente Antonino Cusumano.
Alla sbarra medici e professionisti
con un passato di sprangatori tra le file di Avanguardia Operaia. Devono
rispondere di omicidio premeditato pluriaggravato. Claudio Colosio, medico
ospedaliero, Franco Castelli, medicina del lavoro, Luigi Montinari, dentista,
Claudio Scazza, psichiatra, Walter Cavallari, medico, Marco Costa, anestesista,
Giuseppe Ferrari Bravo, medico, Brunella Colombelli, biologa-ricercatrice
Giovanni Di Domenico, insegnante e consigliere comunale di Dp a Gorgonzola,
Antonio Belpiede, ginecologo e consigliere comunale Pci a Cerignola in
Puglia. All'epoca del delitto, 13 marzo 1975, gli imputati facevano parte
del servizio d'ordine della Facoltà di Medicina.
Sono quasi tutti rei confessi. Cinque
di loro, Castelli, Montinari, Colosio, Scazza e Cavallari hanno recentemente
inviato una lettera alla signora Ramelli chiedendo perdono e offrendo un
risarcimento dei danni. Chi nega ogni addebito sono invece Belpiede e la
Colombelli.
Ma vediamo come l'accusa ha ricostruito
il delitto. Costa e Ferrari Bravo avrebbero aggredito il giovane di destra
con le chiavi inglesi. Gli altri avrebbero ricoperto ruoli nella preparazione
dell'agguato e di copertura nelle fasi di esecuzione del medesimo. Per
esempio Di Domenico avrebbe deciso l'azione a tavolino, la Colombelli avrebbe
studiato le abitudini della vittima.
Ma in questo processo la corte è
chiamata a giudicare un altro fatto di terrorismo degli anni settanta,
l'assalto al bar di largo Porto di Classe, considerato un ritrovo abituale
di avversari politici. Durante l'incursione nel locale pubblico, avvenuta
nel 1976, rimasero feriti gravemente tre clienti. Per questo episodio devono
rispondere di triplice tentato omicidio persone già rinviate a giudizio
per l'assassinio Ramelli. Si tratta di Costa, Ferrari Bravo, Colosio, Di
Domenico.
Del raid al bar sono accusati anche
Massimo Bagni, Mauro Pais, L. M., Francesco Cremonese, Carlo
Guerìsco, Bernardino Pasinelli (poi confluito nelle Brigate Rosse),
Roberto Tuminelli, professore associato all'università di Pavia,
Stefano Motta, Saverio Ferrari, dirigente nazionale di Democrazia Proletaria.
Terzo fatto di cui si discuterà
al processo, il covo di viale Bligny, scoperto poco tempo fa, un abbaino
dove vennero trovati armi, divise e soprattutto l'archivio segreto di AO,
migliaia dì documenti, in pratica una schedatura dell'estrema sinistra
e dell'estrema destra nel periodo degli anni di piombo.
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