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Archivio Ramelli - articoli di giornale L'Avvenire, 17/3/1987 E il Fronte della Gioventù... torna agli articoli de L'Avvenire |
MILANO. (C.
Mon.) Davanti alle due targhe che ricordano il luogo dell'aggressione,
in via Paladini (una nera del partito, l'altra color ottone firmata
"ideogramma",
un gruppo di destra che oggi si occupa di ecologia) e al grido scandito
per tre volte "camerata Sergio, presente!" si è conclusa la
manifestazione
del Fronte della Gioventù indetta in concomitanza con
l'inizio del
processo. Circa cinquecento giovani con il braccio destro teso nel
saluto
fascista, molti venuti anche da altre città (Roma, Bolzano,
Trieste)
per più di un'ora hanno sfilato da via Mancini, dove ha sede
il
Movimento Sociale, al luogo dove 12 anni fa il simpatizzante di destra
Sergio
Ramelli venne brutalmente assalito. Con striscioni e bandiere colorate
dell'organizzazione giovanile del Msi su cui spiccavano il simbolo
della
croce cerchiata, i missini hanno scandito slogan per un certo verso
rubati,
per la cadenza soprattutto, a quelli della sinistra anni '70, ma di
contenuto
opposto.
Una manifestazione
comunque tranquilla, scortata da un nutrito numero di carabinieri e
poliziotti,
uno ogni trenta metri circa, con il fucile e la sacca dei lacrimogeni a
tracolla. Fortunatamente non sono serviti. Da tempo a Milano non si
registravano
manifestazioni della destra come quella di ieri mattina, forse dal
1973.
L'appuntamento per i giovani della destra era per le 9, nella sede
dell'Msi.
All'interno dei locali un centinaio di giovani ha assistito ad
un'assemblea,
tenuta dall'onorevole Tommaso Staiti di Cuddia e da altri dirigenti fra
cui il segretario del Fronte, Marco Valle, nella quale è
stata ricordata
la figura di Sergio Ramelli: "Un giovane come tanti altri che, oltre a
dedicarsi alla politica, viveva una vita tranquilla".
Il corteo
si è mosso poco dopo le dieci ed era aperto da uno
striscione del
Fronte della gioventù sorretto da una decina di ragazze: "La
fedeltà
è il nostro onore è bello lottare anche se si
muore", gridavano
ragazzi dai 15 ai 25 anni, molti dei quali erano vestiti di pelle nera,
ma molti altri anche con abbigliamento che negli anni '70 si sarebbe
portato
nelle manifestazioni della sinistra: scialli da Fedayn, borse di cuoio
e blu-jeans. C'era anche chi portava al collo qualche croce di guerra
nazista.
Se i responsabili
del partito e dell'organizzazione giovanile della destra più
volte
hanno ribadito che: "quei tragici anni oggi devono servire
affinché
non si ripeta l'assurda guerra tra i giovani - ha spiegato Paola
Frassinetti
del Fronte della gioventù nazionale - è
necessario superare
certe barriere per convogliare l'irrequietezza giovanile verso
obiettivi
comuni", di ben diverso parere parevano i manifestanti. Più
volte
si è levato il grido di vendetta, mentre diverse bandiere
non sventolavano
ma erano arrotolate a manici di piccone.
I manifestanti
prima di sciogliersi hanno atteso che in via Paladini giungesse la
madre
di Sergio Ramelli.
Intruppati
e ligi agli ordini dati per megafono i giovani missini hanno atteso in
silenzio l'arrivo della donna. Per tutti ha parlato il segretario del
"fronte"
Marco Valle: "Siamo qui per ricordare tutti quei ragazzi come
Sergio
e noi non possiamo perdonare gente che ha massacrato un ragazzo di 18
anni".
Anita Ramelli non ha parlato, visibilmente emozionata, a stento ha
trattenuto
le lacrime e ha ringraziato tutti i presenti. Prima della
manifestazione
un giovane missino è stato picchiato su un tram da alcuni
sconosciuti.
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