Archivio Sergio Ramelli

Archivio Ramelli - articoli di giornale

Il Candido, 15 (maggio 1975)

C'é un partito in Italia...

torna agli articoli sulla morte e sul funerale
torna agli articoli de Il Candido

 

C'è un partito, in Italia...


C'è un partito, in Italia, che da qualche settimana sta invadendo tabelloni pubblicitari e pagine di rotocalchi con l'elogio di se medesimo. E' il partito responsabile delle nostre peggiori disgrazie, il partito dei sepolcri imbiancati dei mercanti del tempio.
 Questo partito si attribuisce il merito di aver garantito sino ad oggi al paese la libertà, la democrazia, la civiltà. Noi chiediamo a questo partito , al di là di ogni altra considerazione, se sia un atto di libertà, di democrazia, di civiltà, e aggiungiamo di carità cristiana, quello di vietare il funerale di un ragazzo massacrato dai barbari rossi. Il fatto che questo ragazzo abbia pagato con la vita le proprie idee, sarebbe di per sè sufficiente ad illustrare quale tipo di libertà, di democrazia, di civiltà, regnino oggi in Italia. il fatto poi che a questo ragazzo siano stati addirittura negati i funerali, la dice ancora più lunga in proposito.
 L'insegnante di religione ci spiegava, anni addietro, che davanti a Dio tutti gli uomini sono uguali, e che ancora più uguali dovrebbero essere i morti. Evidentemente, da allora qualcosa è cambiato. In qualche congresso democristiano dev'essere stato approvato il principio secondo il quale ci sono morti serie A e morti di serie B. Alla prima categoria appartenono gli antifascisti, alla seconda i cosiddetti neofascisti e, più esattamente, anticomunisti.
    Ignoriamo se il congresso democristiano abbia provveduto a notificare al Padreterno questa civile e democratica distinzione. Sappiamo solo che Sergio Ramelli era un morto scomodo, e che due ministri hanno impartito la rigorosa disposizione che questo morto doveva sparire dalla circolazione. Questa volta, diciamolo chiaro, non c'entrano i comunisti e non c'entrano gli extraparlamentari, i quali hanno usufruito di un regalo inatteso, null'altro. Questa volta è stato il partito dei sepolcri imbiancati e dei mercanti nel tempio a impartire un ordine vergognoso, degno in tutto e per tutto della peggiore dittatura atea e marxista.
    Alla vigilia delle elezioni, per questi squallidi politicanti, non era tollerabile che dietro la bara di un ragazzo antcomunista, dietro i genitori e i parenti in lacrime, si componesse un chilometrico corteo di gente sicuramente anticomunista, mai come in questa occasione rappresentante di una maggioranza silenziosa e commossa.
 Questo ragazzo faceva paura, e tutti i regimi che si fondano sulla forza, sul ricatto, sull'inganno, hanno paura. A maggior ragione se si trovano sulle spalle (non osiamo dire sulla coscienza perchè è improbabile che costoro ne abbiano una) un ragazzo che si è immolato per la libertà. Accadde ieri a Praga per Jan Palak, è accaduto ora a Milano per Sergio Ramelli.
    Non sembri esagerato, l'accostamento. Noi giudichiamo i fatti, non le parole. E i fatti dicono che se qualcuno dall'obitorio milanese avesse azzardato un corteo funebre, la polizia avrebbe eseguito il vergognoso ordine ricevuto dall'alto: caricare i vivi, sequestrare il morto. Questa, dunque, la libertà, la democrazia e la civiltà di cui godiamo dopo trent'anni di maggiornaza democristiana e in pieno regime clerico-marxista. Il resto, verrà tra non molto, quando, dal sequestro dei morti scomodi, passeremo a quello dei vivi. Allora, come oggi, diremo grazie alla DC.

Leo Siegel  Queste pagine sono in perenne costruzione. Chiunque voglia contattarci per proporci consigli, o aiuto, o anche solo per segnalarci del materiale non presente in queste pagine può farlo scrivendo a direzione@cdrc.it 

 CDRC Coro drammatico Renato Condoleo
  vai alla HOME PAGE