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Il Candido, 31/3/1987

Sergio Ramelli, l'ora della giustizia

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Sergio Ramelli, l'ora della giustizia


 Omicidio Ramelli, dodici anni dopo. In tribunale, materialmente, dieci imputati: rei più o meno confessi, pentiti, dissociati, secondo terminologie ricorrenti.
Sinceri? È difficile dirlo. Certo non era pentito chi, come il dottor Colosio, il 31 marzo 1976, un anno dopo l'assassinio di Ramelli, andò all'assalto del bar di largo Porto di Classe, presunto ritrovo di ragazzi di destra.
Sulla coscienza avevano già la morte di Sergio, avvenuta per loro mano (materiale o morale), eppure, devastando e incendiando il locale, solo per miracolo non causarono altre vittime.
Rimasero però rovinati per sempre almeno tre giovani: Fabio Ghilardi, testimone oculare, da una finestra, dell'aggressione a Ramelli (due operazioni, coma, polmone d'acciaio, epilessia permanente), Giovanni Maita 16 anni!, (quattro fratture alla mandibola, una alla spalla, invalido permanente), Bruno Carpi (doppio sfondamento della calotta cranica).
"Negli aggressori c'era la volontà di uccidere", sentenziarono i medici che accolsero negli ospedali i feriti.
Perché quell'assalto? Perché erano convinti di colpire anche Luigi Ramelli, fratello di Sergio.
Del resto, se imperava la legge morale di regime, secondo cui 'uccidere un fascista non è reato', di cosa avrebbero dovuto pentirsi, costoro? È possibile che davvero qualcuno fosse follemente convinto di aver esercitato un atto di giustizia.
Anche perché la "giustizia" si guardò bene dal perseguirli. Confessa l'imputato Claudio Colosio: "Soprattutto a Città Studi i nostri nomi li conoscevano tutti, la polizia non avrebbe fatto fatica ad individuarci, ci precostituimmo un alibi in previsione dell'arresto, un alibi da polli...".
Un alibi, comunque, inutile, perché nessuno andò ad importunarli. Questi 'nuovi resistenti" non avevano commesso nessun reato... come sintetizzava efficacemente il famigerato slogan.
Oggi, a distanza di tanti anni, può anche darsi che qualcuno si sia pentito. Nè ci interessa più di tanto sapere se la (MANCA IL SEGUITO)


Didascalia sotto una foto:
Milano: 16 marzo. Mentre nel Palazzo di Giustizia si apriva il dibattimento contro gli assassini di Sergio Ramelli, i ragazzi del "Fronte della Gioventù" sfilavano per le vie di Milano fino alla casa di Sergio. Una manifestazione composta che si è svolta senza incidenti. Unica nota stonata: la completa assenza, nel corteo, di insegne con la Fiamma Tricolore, sotto il cui simbolo, invece, Sergio Ramelli ha militato ed è caduto. E non sotto il simbolo straniero e senza significato della "croce celtica".

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 CDRC Coro drammatico Renato Condoleo
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