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Il Manifesto, 24/3/1987

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MILANO
Respinte le eccezioni della difesa: al via il processo Ramelli


MILANO. Succede sempre, è accaduto anche ieri al processo per l'uccisione di Sergio Ramelli: tutte le eccezioni dei difensori sono state respinte dalla corte. Non è stata accolta la richiesta di libertà provvisoria per Brunella Colombelli, che nel processo (dove è imputata di concorso nell'omicidio) occupa un ruolo molto particolare. Accusata tardivamente (dopo tre interrogatori in cui il suo nome non era mai stato fatto) dal coimputato Marco Costa, la ricercatrice dell'università di Ginevra è sospettata di aver svolto, nell'agguato, un ruolo ancora più marginale di quello del "palo". Cioè di aver indicato, nei giorni precedenti quello dell'agguato, il luogo dove Ramelli parcheggiava il suo motorino. In modo troppo facile (e anche di pessimo gusto), Costa attribuisce a un compagno che in seguito è morto, Roberto Grassi, la responsabilità di averlo messo in contatto con Brunella Colombelli. Poiché Grassi non può testimoniare più, la parola di Costa rimane l'unica (contrapposta alle ripetute dichiarazioni di innocenza ed estraneità di Colombelli) a fondamento dell'accusa. Un'altra eccezione, presentata dall'avvocato Eugenio Polizzi, riguardante la posizione dell'unica donna imputata, è stata respinta dalla corte. Si tratta di una questione non secondaria, che riguarda la disinvolta prassi emergenziale di interrogare una persona come testimone (obbligata quindi a dire la verità sotto giuramento), poi di incriminarla senza notificare alcuna comunicazione giudiziaria, e infine di usare contro di lei la sua stessa testimonianza. La prassi è diffusa, e ieri mattina, oltre che dal difensore di Brunella Colombelli, il problema è stato sollevato dal difensore di Carlo Guarisco, imputato dell'irruzione nel bar di largo Porto di Classe. Guarisco è stato interrogato, nell'estate 1985, tre volte come testimone. Fin dalla prima volta ha ammesso la sua partecipazione all'assalto, avrebbe dovuto quindi essere imputato. Invece no, è rimasto testimone finché, il 30 settembre, entrando nell'ufficio del magistrato, Guarisco non trovava un avvocato d'ufficio e scopriva di essere imputato di tentato omicidio, senza che nessuno lo avesse avvertito. Sono nulli quegli interrogatori? Forse addirittura inesistenti. Ma la Corte ha ritenuto che il metodo sia invece ottimo.

 Tiziana Maiolo

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