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Archivio Ramelli - articoli di giornale Il Corriere della Sera, 15/3/1975 In coma lo studente ferito... torna agli articoli de Il Corriere della Sera |
Se
sopravviverà, dicono i medici, potrebbe diventare
muto
In coma lo studente ferito a
colpi di spranga
E' ancora isolato nel reparto
rianimazione del Policlinico
- Quindici ultrà di sinistra interrogati dalla polizia -
alcuni
di essi sono allievi del "Molinari", l'istituto che il giovane aveva
dovuto
lasciare dopo avere subito due aggressioni e un "processo" -
Dichiarazioni
del prefetto.
Sergio Ramelli, il giovane simpatizzante
di destra ridotto in fin di vita nel corso di una brutale aggressione
l'altro
pomeriggio a pochi metri dalla sua agitazione, in via Amadeo 40,
continua
nella stanzetta del reparto "Beretta" al Policlinico, la sua lotta
contro
la morte. Le sue condizioni sono sempre gravissime, anche se i medici
hanno
registrato nel corso della giornata di ieri un lieve miglioramento.
La vita dello studente è
sempre comunque appesa a un filo: se riuscirà a superare lo
stato
di coma in cui è sprofondato, se non sopraggiungeranno
complicazioni
di altro tipo, Sergio Ramelli avrà superato lo scoglio
più
arduo della sua esistenza. Anche se, purtroppo, la sua potrebbe essere
una vita mutilata da una grave menomazione. I medici,
infatti, temono
che il giovane possa perdere definitivamente l'uso della parola, a
causa
della ferita al capo infertagli dagli aggressori.
Per tutto il giorno al Policlinico
si sono avvicendati i familiari di Sego Ramelli, la madre, Anita
Pozzoli,
di 49 anni, il padre Mario, di 47, il fratello Luigi, di 20 e la
fidanzata,
una ragazza piccola e minuta che no ha voluto dare il suo nome ai
giornalisti.
"per paura di rappresaglie". Nessuno di loro è potuto
entrare in
sala di rianimazione. Sono rimasti fino a sera dandosi il cambio di
tanto
in tanto lungo il corridoio, chiedendo al medico di guardia,
all'infermiera
di turno alla suora, notizie del giovane congiunto.
L'ufficio politico della questura,
dal canto suo, ha iniziato a svolgere le indagini dopo le prime
testimonianze
raccolte sul posto dove è avvenuta l'aggressione. Funzionari
ed
agenti hanno interrogato ieri una quindicina di giovani aderenti ai
gruppi
della sinistra parlamentare. Alcuni di essi sono studenti del
"Molinari",
la suola frequentata fino al mese scorso da Sergio Ramelli e da lui
abbandonata
dopo aver subito due aggressioni e un "processo" durante un'assemblea
da
parte dei suoi avversari politici.
Sull'andamento delle indagini
in questura traspare un certo ottimismo. Al termine degli interrogatori
sarebbero stati raccolti "elementi" utili per giungere alla
identificazione
degli estremisti. In relazione al brutale pestaggio il
prefetto di
Milano, dottor Luigi Petriccione, ha dichiarato che "si tratta di un
gesto
criminale che ripugna la coscienza civile" e che "tutte le forze
politiche
sono impegnate alla identificazione dei responsabili" . "Le azioni di
violenza
politica - ha aggiunto il prefetto - indipendentemente dalla loro
matrice,
saranno
perseguite senza indulgenza di sorta".
Comunione e Liberazione in un
comunicato definisce il gesto "un atto terroristico e criminale che non
ammette alcuna giustificazione politica e fa solo il gioco di chi
è
nemico della libertà". Comunione e Liberazione,
infine, "denuncia
il permanere in molte scuole milanesi di un clima di sopraffazione e
intimidazione
personale che costituisce il costante presupposto per l'esplodere di
questi
criminali attentati a una civile e democratica convivenza".
L'Unità,
organo ufficiale del partito comunista italiano ha pubblicato ieri un
corsivo
nel quale si definiscono gli aggressori di Sergio Ramelli "criminali e
vigliacchi tetri cultori di una violenza ottusa che porta
sistematicamente
acqua al
mulino della reazione." "Per questo il
movimento dei
lavoratori e tutti i veri antifascisti - conclude il corsivo - hanno in
loro dei nemici giurati, da stanare e da spazzar via come un'ingiuria
vergognosa
e intollerabile alla coscienza democratica della città".
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