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Archivio Ramelli - articoli di giornale Il Corriere della Sera, 30/4/1975 La strategia della tensione ha mietuto.... torna agli articoli de Il Corriere della Sera |
Unanimi
sono le reazioni di
ferma condanna dopo la notizia della morte del giovane neofascista
Sergio
Ramelli che era stato selvaggiamente aggredito da un commando
dell'ultrasinistra
davanti alla propria abitazione in via Amadeo 40. In consiglio comunale
il sindaco Aniasi ha aperto la seduta ieri sera e si è
così
espresso : "Purtroppo al violenza ha provocato un'altra
vittima. Di
fronte a questo nuovo fatto che si aggiunge alla nuova catena di
delitti
e violenze che hanno insanguinato Milano, è necessario
ribadire
la condanna più recisa che ho già espresso quando
abbiamo
avuto notizia dell'aggressione a Ramelli e in numerosissime altre
occasioni.
Viva condanna senza appello per le violenze, le aggressione e gli atti
barbari commessi contro chiunque, ma in particolare contro i giovani.
Non
vi sono giustificazioni, attenuanti, né vi possono essere
comprensioni
di sorta per chi spara, chi usa spranghe chiavi inglesi bastoni, catene
per colpire gli inermi. Questi sono atti contro la civiltà e
la
democrazia, non importa chi li compie. Sono atti contro la morale, sono
inoltre comportamenti vili perché prendono di mira gli
indifesi.
Alla famiglia dello studente deceduto ho fatto pervenire le
condoglianze
del consiglio comunale."
Dei
vari capigruppo consiliari
ha parlato solo Staiti (MSI-Destra Nazionale) alla cui parte politica
apparteneva
Sergio Ramelli. Staiti ha ringraziato il sindaco Aniasi e ha auspicato
che la campagna elettorale si svolga senza violenze, consentendo
democraticamente
a tutti la loro propaganda politica.
Il
provveditore agli studi
anche a nome del ministro della pubblica istruzione ha espresso alla
famiglia
Ramelli profondo cordoglio per la morte dello studente Sergio Ramelli.
Il provveditore ha condannato duramente la criminale aggressione della
quale è rimasto vittima il giovane affermando che la
violenza cieca
che si è scatenata nella nostra città non
può trovare
mascheramenti ideologici.
A
sua volta il vice prefetto
Vicari, a nome del prefetto, per incarico del ministro dell'interno ha
recato ai familiari di Sergio Ramelli l'espressione di profondo
cordoglio
e di viva esecrazione per l'episodio delittuoso che ha causato la morte
del giovane Sergio. Ha assicurato altresì che le forze
dell'ordine
sono attivamente impegnate per l'identificazione e la cattura dei
responsabili.
La
federazione provinciale
del MSI-DN e il Fronte della Gioventù hanno diffuso il
seguente
comunicato: Dopo quarantasette giorni di atroce agonia nella
stanza
di rianimazione del Policlinico è morto a soli 19 anni lo
studente
Sergio Ramelli aderente al Fronte della Gioventù,
assassinato per
cieco odio politico da un commando organizzato di teppisti di sinistra.
Sergio Ramelli era stato in precedenza sottoposto, all'Istituto
Molinari,
ad un cosiddetto "Processo Popolare", ed aveva dovuto abbandonare
quella
scuola. A tutt'oggi i suoi "giudici", e i criminali esecutori della
sentenza
rimangono impuniti come è per tutti coloro che hanno tentato
di
uccidere o di commettere reati contro uomini o cose di destra o
ritenuti
tali. Il MSI-DN ed il fronte della gioventù si inchinano con
profondo
dolore davanti alla giovane vittima e ne esaltano il sacrificio,
esprimendo
alla famiglia il cordoglio e la vicinanza più affettuosa e
rispettosa.
Il MSI-DN, mentre sa che per Sergio Ramelli non vi saranno scioperi,
né
lutti cittadini, né cortei minacciosi, indica alla onesta
coscienza
ed al rimpianto dei cittadini questa innocente vittima di un odio
politico
che continua ad essere quotidianamente alimentato e persino moralmente
giustificato. Nel ricordare il sacrificio di Sergio Ramelli a quanti lo
conobbero ed a quanti, con rimpianto ne onoreranno la limpida memoria,
fedele all'impegno politico di civiltà contro la barbarie,
non pronuncia
parole di vendetta o di incitamento all'odio, ma proprio nel nome del
suo
martirio rinnova l'invito a battersi con coraggio per la giustizia, per
la libertà, per l'ordine, per la sicurezza, per la
pacificazione
tra tutti i cittadini senza discriminazione.
L'onorevole
Alberto Giomo
ha dichiarato: Deprechiamo che un'altra giovane vita sia
stata stroncata
dall'odio di parte, così acuto nella nostra
città. Ci auguriamo
che al più presto ed una volta per sempre la lotta politica
rientri
in un clima di civile confronto. Occorre un deciso intervento del
governo
per far cessare a Milano queste faide medievali.
Il
segretario provinciale
del PSI, Albini, ha detto: Di fronte alla morte di un ragazzo
non troviamo
parole per esprimere la nostra costernazione. Non importa quali fossero
le idee della vittima: il colore politico non può mai, in
nessun
caso, giustificare un'aggressione. Lo scontro politico deve essere un
civile
confronto di idee ed opinioni. La violenza è solo criminale.
Il
segretario provinciale
del PSDI Luigi Vertemati ha rilasciato la seguente dichiarazione: La
strategia della tensione ha mietuto un'altra vittima. La logica della
violenza
individuale è una logica fascista, del tutto estranea alla
storia
del movimento operaio. La morte di Ramelli ripropone il problema della
individuazione e della punizione dei teppisti e dei provocatori che
hanno
fatto della violenza pura un metodo inaccettabile di lotta politica. La
giusta reazione e la mobilitazione di massa contro i crimini fascisti
non
hanno nulla a che spartire con queste imprese squadriste. Né
deve
ingannare la coloritura di sinistra dietro cui spesso si nascondono gli
appartenenti a formazioni che possono agire a colpo sicuro soltanto
perché
viene loro concesso spazio ed impunità da chi,
anziché tutelare
l'ordine democratico non vuole assumersi le proprie
responsabilità.
Contro tutti coloro che vogliono portare il paese nella rissa
rifiutando
il metodo della battaglia democratica.
Il
segretario cittadino del
PRI, Giacomo Properzi, ha dichiarato: Di fronte all'ennesima
tragica
manifestazione di questa strisciante guerra civile che
sconvolge
la nostra città, miglior commento mi pare non possa esserci
se non
ripetere le angosciate espressioni di La Malfa nella sua recentissima
intervista:
'L'odio ideologico di cui parlano non è solo del
neofascismo, c'è
anche nei gruppuscoli dell'estrema sinistra. Esso viene da una
propaganda
ideologica che ha superato certi limiti e sta producendo frutti tossici'.
Dal
canto suo il segretario
provinciale del PCI Riccardo Terzi ha dichiarato: Condividiamo
la dichiarazione
fatta dal sindaco in consiglio comunale, che esprime un preciso
giudizio
di condanna per ogni atto di squadrismo e di aggressione. Non
può
essere che questa la posizione di ogni forza politica e democratica.
Anche
questo fatto luttuoso deve inquadrarsi in quella strategia della
tensione
e della provocazione, che si vuole nuovamente alimentare nella nostra
città
e che ha le sue radici profonde nelle manovre eversive e
antidemocratiche
della destra reazionaria. Tale strategia può essere battuta
solo
nella più ferma e rigorosa difesa della legalità
democratica.