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Il Corriere della Sera, 30/4/1975

Inchiesta per mettere al bando...

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Si prospetta l'accusa di Associazione sovversiva

Inchiesta per mettere al bando i nuclei di Avanguardia Operaia

Il sostituto procuratore della Repubblica di Milano dottor Viola ha richiesto un'approfondita indagine sulle attività
dell'organizzazione extraparlamentare di sinistra - Sospetti di operazioni paramilitari con campi di addestramento in
Palestina - All'esame degli inquirenti carteggi sulla guerriglia urbana.

    Avanguardia Operaia, una delle più forti e numericamente consistenti organizzazioni della sinistra extraparlamentare è stata messa duramente sotto inchiesta dalla magistratura milanese. Si tratta di una indagine a vasto raggio che minaccia di assumere proporzioni nazionali, soprattutto per i clamorosi sviluppi che potrebbe rivelare.
     Da Milano, infatti, potrebbe addirittura partire la richiesta ufficiale della messa la bando di "Avanguardia Operaia" come organizzazione paramilitare che mette in pericolo le strutture dello Stato. Che si possa arrivare a tanto lo lascia intravedere la richiesta istruttoria che il sostituto procuratore della Repubblica Guido Viola ha presentato al giudice istruttore che sta conducendo l'inchiesta su "Avanguardia Operaia" trasmessa l'anno scorso al tribunale di Milano dalla magistratura di Firenze per competenza in quanto a Milano c'è la sede centrale dell'organizzazione extraparlamentare. Viola, in pratica, ha chiesto al collega dell'ufficio istruzione di approfondire le indagini in corso per vedere se ci sono gli estremi per procedere nei confronti dei responsabili del gruppo per violazione dell'articolo 270 del codice pensale (associazione sovversiva) e del decreto legislativo del 14 febbraio 1948 che punisce con la reclusione da 1 a 10 anni "chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni di carattere militare, le quali perseguono anche indirettamente scopi politici". Per i semplici partecipanti all'associazione è prevista, invece, la reclusione fino a 18 mesi. Per il citato decreto legislativo "si considerano associazioni di carattere militare quelle costituite mediante l'inquadramento degli associati in corpi, reparti e nuclei con disciplina e ordinamento gerarchico interno e con organizzazione atta anche all'impiego collettivo in azioni violente e di minaccia.
     Per capire cosa ha spinto la magistratura milanese a prospettare ipotesi di reato tanto gravi per la prima volta rivolte contro un'organizzazione di estrema sinistra, è necessario risalire al febbraio dello scorso anno, quando, rintracciando un'auto rubata (una 500 di proprietà della dottoressa in medicina Silvia Lenzi di Firenze) i carabinieri di Greve in Chianti trovarono sotto il sedile dell'utilitaria nascosti documenti compromettenti, tra cui un fascicolo di sedici pagine ciclostilati intitolati "Note per la formazione di unità operative plotoni", dove, in un capitolo, stava scritto: "Uno dei nemici che troverai davanti molto spesso è il reparto di polizia".
     I documenti vennero trasmessi alla procura della Repubblica di Firenze che aprì un'inchiesta su Avanguardia Operaia, interessando all'indagine le magistrature di varie città. Il processo nato a Firenze ebbe uno stralcio a Milano per quanto riguardava la posizione di Giuseppe Sorrentino, un giovane extraparlamentare indiziato di reato per introduzione clandestina in luoghi militari e possesso ingiustificato di segreti militari.
     Nell'ottobre scorso l'inchiesta venne formalizzata e gli atti passarono al giudice istruttore Antonio Marini. Dopo neppure un mese tornarono al PM Viola per un supplemento di indagine, cosa che il dottor Viola fece per alcuni mesi indagando a fondo non soltanto sul Sorrentino anche sull'organizzazione di estrema sinistra.
    Tra l'altro venne considerato con particolare attenzione un documento allegato agli atti del processo, inviato da Firenze e riguardante il diario di un appartenente al gruppo, in cui si parlava di campi di addestramento paramilitare tenuti in Palestina e ai quali avrebbero partecipato membri di Avanguardia Operaia, diario i cui stralci vennero anche pubblicati a suo tempo da alcune riviste e ripresi dai giornali. Quali altri elementi di prova può avere il dottor Viola non si sa. Sembra comunque, che a determinare il giudizio del magistrato abbia pesato il sequestro di carteggi vari in cui si fanno precisi riferimenti al modo di condurre la guerriglia urbana. Fatto sta che ahi primi dello scorso gennaio il magistrato ha rinviato gli atti al giudice istruttore con le sue richieste.
    La scottante pratica (non va dimenticato che questa svolta dell'inchiesta giudiziaria capita alla vigilia della consultazione elettorale che vede impegnata "Avanguardia Operaia" nella lista del PDUP - Manifesto) è passata, nel frattempo, dalle mani del giudice istruttore Marini a quelle del dotto Salvatore Giangreco. A quest'ultimo spetta ora il compito di vagliare le richieste del PM Viola e di esprimere l'ultima parola sull'argomento.

Adriano Solazzo


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