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Archivio Ramelli - articoli di giornale Il Corriere della Sera, 30/4/1975 Molinari, una scuola difficile per tutti torna agli articoli de Il Corriere della Sera |
Con i suoi oltre duemila studenti (esclusi quelli dei corsi serali) il "Molinari" è considerato il più grande istituto tecnico per periti industriale e chimici d'Italia Quando fu costruito rispondeva ai concetti architettonici e scolastici in voga tra il 1964 e il 1968 di scuola "aperta". Oggi, per le su e dimensioni, per le sue strutture è ritenuto dalle autorità scolastiche un "istituto ingovernabile". Proprio le sue caratteristiche quindi, che all'epoca apparivano ultramoderne, ne hanno fatto un complesso in cui tutti possono accedere e tutti possono uscire senza alcun controllo.
MOLTI PENDOLARI
Ma vi è anche un'altra
realtà che rende il Molinari uno degli istituti
più difficili
della penisola: la composita provenienza degli studenti che lo
frequentano,
gran parte dei quali sono "pendolari" che scarica nell'istituto di via
Crescenzago tutte le tensioni sociali esterne. A partire soprattutto
dal
1971, al Molinari si è verificata una serie tale di
incidenti da
incidere a fondo sulla stessa attività didattica, fino a
dequalificarla.
C'è stato, è vero, l'impegno di un forte nucleo
di docenti
che si sono battuti per ricomporre la sua funzionalità, ma
esso
si è scontrato con una realtà studentesca di tipo
oltranzista.
Il Molinari è tuttavia l'istituto milanese dove il problema
della
droga non esiste. Nel 1971 l'istituto viene alla ribalta per il caso di
una studentessa di 15 anni che fu spogliata e dipinta con un pennarello
da un gruppo di teppisti che l'avevano aggredita in un gabinetto.
Nel 1972 l'istituto appare profondamente
politicizzato. I gruppi predominanti sono quelli di Avanguardia
Operaia,
di Lotta Continua e del Movimento Studentesco. Il nucleo degli studenti
più "impegnati" è molto legato
all'Università Statale
e partecipa in prima fila a tutte le dimostrazioni.
PRESIDE CONTESTATO
E' nello stesso anno che l'allora
presidente Antonio Di Maio afferma come gli studenti iscritti abbiano
raggiunto
il numero di 3145 su un totale di 117 classi (84 per il corso diurno,
33
per quello serale). Alcuni studenti no trovano neppure posto nei
banchi.
Assemblee scioperi cortei si susseguono mentre si aprono aspri
conflitti
con il corpo docente. L'anno successivo il preside viene contestato da
studenti, professori e bidelli e viene sospeso dall'incarico dal
provveditore
degli studi. Preside incaricato è nominata la professoressa
Lunelli,
ma l'istituto non trova pace. I gruppi extraparlamentari - affermano
alcuni
docenti - condizionano la vita dell'80 per cento degli studenti;
c'è
- si sostiene - una processualità permanente
contro tutti
gli studenti che vengono definiti di estrema destra e di cui l'episodio
di Sergio Ramelli è il più grave. L'8 febbraio di
questo
anno quattro teppisti collocano un ordigno sotto l'auto di un
insegnante
di religione. Lo scoppio provoca diciotto feriti. L'attentato viene
rivendicato
da un'organizzazione politica di estrema destra, "i giustizieri
d'Italia".
L'11 aprile, nel sotterraneo del Molinari alcuni operai trovano per
caso
una decina di bottiglie incendiarie.
Per riportare tranquillità
nell'istituto sono allo studio varie soluzioni, tra l'altro si pensa di
sdoppiarlo dal prossimo anno scolastico.
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