Archivio Ramelli - articoli di giornale Il Giornale, 1/4/1987 Ramelli: chiamato in causa... torna agli articoli de Il Giornale |
Ramelli: chiamato in causa Basilio Rizzo (DP): Seppe chi aveva partecipato al pestaggio
Basilio Rizzo, capogruppo in consiglio comunale di Democrazia proletaria, è stato chiamato in causa da un imputato al processo per l'omicidio di Ramelli. E' stato Walter Cavallari, il sesto imputato a sfilare davanti all'assise, che ha tatto il nome dell'esponente demoproletario. Per l'imputato
- ma la sua è una deduzione logica e non una conoscenza diretta - dopo l'aggressione
allo studente di destra, Roberto Grassi capo del servizio d'ordine di Avanguardia operaia per la zona Città Studi e "mandante" del pestaggio mortale, riferì l'accaduto al responsabile politico dell'organizzazione in quella zona. Responsabile politico - secondo Cavallari
- all'epoca era proprio Basilio Rizzo.
Il colpo a sorpresa 'esce dalla bocca di Cavallari nella tarda mattinata, dopo che un altro medico, Franco Castelli, per un'ora e mezzo racconta mestamente la storia di quegli anni e del suo coinvolgimento nel raid. Castelli dopo la morte di Ramelli crollò, abbandonando subite la politica. Il suo apporto al processo è poca cosa. E' Cavallari che rompe per primo l'equivoca sequela di "c'ero ma non ho visto, ho sentito poco, e so ancora meno". Il racconto parte dagli anni del liceo quando "Tutto quello che accadeva fuori - racconta - ci imponeva di schierarci". Poi all'università la sua militanza sa fa più stretta e così arriva il primo arresto per un presidio in piazza Piola finito in un'aggressione ad un giovane di destra.
Nel'74è già alla guida della squadra di medicina, Il clima si arroventa dopo la strage dell'ltalicus e quella di piazza della Loggia a Brescia. "Ci dicevano dì prepararci al colpo di Stato di cui i fascisti sarebbero state le teste di cuoio - racconta Cavallari ora sorridendo -, ci si doveva addestrare per lo scontro di piazza. In realtà l'ideologia militarista ebbe poco spazio all'interno di medicina. Guardi, presidente, voglio mostrarle un libretto che mi ha portato un'amica stamane, una testimonianza diretta su come si viveva allora. E' il "Vademecum del cittadino sospetto" stampato nel '71, non da Avanguardia operaia ma dal settimanale evangelico "Nuovi tempi". È questi erano cattolici".
Come dire, si figuri gli altri. Il racconto Continua passando da un argomento
all'altro poi si ferma sul gennaio 75 quando Cavallari fu incaricato di picchiare uno studente universitario ritenuto fascista. "Lo seguii dalla facoltà di farmacia, quando fu davanti alla facoltà di agraria lo colpii, due volte in testa. Ma non cadde, alcuni amici lo tennero su. Io preso dal panico fuggii, attraversai via Ponzio, rischiai di finire sotto un'auto. Fui preso dal panico come non mai, avevo paura di me stesso.
"Capii che non controllavo me stesso o non potevo certo controllare gli altri. Solo con l'incoscienza di allora potei continuare a militare in Avanguardia operaia per qualche mese ancora, poi alla fine del '75 mollai tutto. In ogni caso a Cavallari poco dopo proposero di partecipare all'agguato a Ramelli. "Fu Giovanni Di Domenico a propormi l'azione, lui era il vice di Roberto Grassi, quindi il vice capo del servizio d'ordine di Avanguardia operaia in zona Città
studi.
Il presidente lo interrompe e lo ringrazia. "Sono contento" - dice
Cusumano - che abbia rotto quella sgradevole sensazione per cui sembrava che tutto Si dovesse scaricare su chi non c'è più (Grassi, lo ricordiamo,
é morto suicida, n.d.r.),. Ma Cavallari all'aggressione di Ramelli non volle partecipare. "Dissi che per via dei fatti di piazza Piula non era il caso che aiìdasai.anch'io, mi vergognavo di confessare che avevo paura dopo l'esperienza davanti ad agraria~.
Cavalieri non sa dire con sicurezza ~a attese la squadra reduce dal pestaggio, ma lancia un'accuse precisa. gRoberto Grassi riferì alle istanze superiori (cioè a responsabili gerarchicamente più alti) che il pestaggio a Ramelli era andato male. Chi era il suo immediato referente? .Ritengo fosse il responsabile politico di Avanguardia operaia per la Città studi, che allora era l3asilio Rizz4h.
Ora Rizzo è consigliere comunale di Democrazia proletaria e all'epoca era un dirigente di Avanguardia operaia. CavalIeri Iirecise però
lche non seppe con certezza che Graaai avvisò Rizzo, i~ sua è una deduzione iogi~'~, .Come io facevo riferimento ai miei superiori politici, anche Graes& avrà fatto ~o sie~. so con i suoi..
LI nome di Rizzo esce
cilindro di Cavalieri a sov presa così come dal racconw dell'imputato prende co.r~ -stenza anche l'accusa COfltFv Di Domenico, consigìiere comunale duìnoproletario ~i Gorgonzola. Cavalieri ricor~ da infatti: .Fu Lu. a par~armi dell'aggressione Rarnelli per primo, ad annunciarmi l'azione.. Ma C~wallari salva, e non è il primo, un imputato che si è sempre proclamato completamente innocente:
Antonio Belpiede. Sorvok su Brunella Colombelli e conferma per il resto le versioni dcxli altri imputati.
Il suo tntarrogatorio è stato, finora, il più importante di tutti, ma, a differenza de~ li altri imputati, ha un tono iverso, più distaccato, di chi si Lira fuori dell'azione assassina, di chi sì seììte sostanzialmente innocente, perché non partecipò, perché non andò iii via Atiìadeo. Ma anche per Lui l'accusa èdi omicidio
l)remeditato.
Leonardo Maisano
Queste pagine sono in perenne costruzione. Chiunque voglia contattarci per proporci consigli, o aiuto, o anche solo per segnalarci del materiale non presente in queste pagine può farlo scrivendo a direzione@cdrc.it