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Archivio Ramelli - articoli di giornale Il Giorno, 17/3/1987 I dottorini della spranga torna agli articoli de Il Giorno |
Ex movimentisti, esponenti di Dp,
ex militanti di Ao,
attivisti di destra: ieri davanti all'aula della seconda Corte
d'assise,
ad attendere l'inizio del processo per l'omicidio di Sergio Ramelli,
c'erano
loro, i famosi (o famigerati?) protagonisti degli anni '70. tornati a
riunirsi
dopo tanto tempo per un "come eravamo", doloroso e amaro. Tanti signori
distinti, dalla faccia ancora giovane, senza barba e con qualche
capello
grigio, preoccupati di tornare presto in ufficio ma, probabilmente,
anche
pronti ad affrontare una volta per tutte l'altra faccia della medaglia
di quel periodo, quella tenuta sempre un po' nascosta e che ha avuto,
tra
le conseguenze, proprio il processo iniziato ieri.
Gli
imputati, che si rivedevano per
la prima volta dopo dodici anni, tutti a piede libero o in
libertà
provvisoria, si aggiravano mescolati a questo pubblico così
singolare
e numeroso. Tra i primi ad arrivare è Brunella Colombelli,
accusata
di concorso, la biologa da cui sono partiti i magistrati per
rintracciare
gli altri nove militanti della cellula di Ao di Medicina che si rese
responsabile
dell'omicidio di RamelLi. Ha l'aria combattiva. Dice ai giornalisti:
"Non
è vero che ho fatto da staffetta per l'agguato a Ramelli
né
che indicai dove appoggiava il suo motorino".
Poi si vede
Marco Costa, emaciato, sofferente. Il 13 marzo del 1975 fu lui a
guidare
la squadra che colpì Ramelli. Oggi è quasi
completamente
calvo. "Umanamente sono ancora molto scosso per quanto è
successo.
Spero solo nel perdono delta mamma di Ramelli.
Infine parla Antonio Belpiede, l'attuale
capogruppo comunista
di Cerignola, che ha sempre negato di avere fatto parte del commando.
Intanto alcuni volantini di protesta
vengono distribuiti
dai responsabili milanesi di Democrazia Proletaria, presenti al gran
completo.
C'è Guido Pollice, deputato, Massimo Gorla, capogruppo in
parlamento,
l'onorevole Franco Calamida, il consigliere regionale Emilio Molinari e
atri della segreteria nazionale.
In un altro
volantino, firmato da un "Comitato dei dieci", che si dice vicino agli
imputati, si accusano i giudici istruttori Salvini e Crigo "di aver
tentato
di costruire un maxiprocesso ad una fantomatica banda armata
terroristica".
Esattamente il contrario di quanto hanno sempre dichiarato i magistrati.
Questa prima
udienza, in una piccola aula gremita all'inverosimile (i giornalisti
trovano
posto solo nella gabbia dei detenuti), si risolve nei giro di mezzora.
Dopo l'appello dei testimoni, 53 in tutto, e degli imputati ( ieri ce
n'erano
solo 23) il presidente Antonio Cusumano si scusa per una sua
indisposizione
e annuncia il rinvio del dibattimento a lunedì prossimo.
Prima che
l'aula venga abbandonata, si costituiscono parte civile la madre di
Ramelli,
la signora Anita Pozzoli, e tre vittime dell'assalto al bar di largo
Porto
di Classe: Mirella Ciancetti, proprietaria del bar, Fabrizio Rossi e
Massimo
Seghizzi, che riportarono gravi lesioni.