Archivio Ramelli - articoli di giornale La Notte, 29/4/1975 E' morto Ramelli |
Richiamo in prima pagina:
E' lo studente di destra (19 a.) selvaggiamente picchiato con sbarre di ferro il 13 marzo scorso in via Paladini - Aveva riportato lo sfondamento del cranio e non aveva più ripreso conoscenza - Non identificati gli aggressori.
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Aggressione Selvaggia
L'aggressione, messa a segno il 13 marzo in via Amadeo,
davanti al palazzo segnato dal numero 40, dove il giovane abitava con i
genitori ed i fratelli, non aveva avuto praticamente testimoni. Si sa che
lo studente, dopo aver parcheggiato il suo motorino in via Paladini, si
era diretto verso casa. Improvvisamente, all'angolo con la via Amadeo -
era l'una e quindici - alcuni giovani armati di spranghe, bastoni, chiavi
inglesi gli balzarono addosso colpendolo selvaggiamente al capo.
Sergio Ramelli crollo al suolo sanguinante. A questo
punto i teppisti trasformarono il pestaggio in un vero e proprio linciaggio.
Infierirono sul giovane sino a sfondargli la calotta cranica. Poi fuggirono,
lasciandolo a terra svenuto e sanguinante.
Il Ramelli fu soccorso soltanto dopo qualche minuto
da un commesso che avvertì immediatamente la portinaia dello stabile
in cui la famiglia Ramelli abita da 22 anni. La donna, Graziella Zacchia,
visto il giovane a terra, corse immediatamente ad avvisare la polizia ed
una ambulanza.
Lo studente, che perdeva materia cerebrale, venne
ricoverato al Policlinico. Dopo l'intervento chirurgico Sergio Ramelli
fu trasportato al reparto rianimazione. Qui è rimasto sino
ad oggi in stato comatoso.
Le indagini dell'ufficio politico della questura
presero il via subito dopo l'aggressione; nella stessa serata furono arrestati
una decina di giovani, studenti del "Molinari" l'istituto che il Ramelli
aveva frequentato fino a poco tempo prima. Questi giovani, tutti di estrema
sinistra, furono poi rilasciati perché risultarono estranei al fatto.
L'inchiesta si spostò poi tra i gruppi della sinistra extraparlamentare
che operano nella zona Città Studi, dove abitava Sergio Ramelli.
Questi, infatti, pochi giorni prima del fatale agguato, aveva affisso nel
quartiere dei manifesti del "Fronte della Gioventù" che riguardavano
l'uccisione del simpatizzante di destra Miki Mantakos, fulminato da un
colpo di pistola a Roma durante gli incidenti avvenuti in occasione delle
prime udienze del processo per la strage di Primavalle. Anche
questa seconda pista, però, non ha dato alcun
frutto.
Espulso dalla scuola
Il Ramelli, figlio di Mario, 47 anni e Anita Pozzi [sic]
di 49 anni, era stato fiduciario del "Fronte della Gioventù" all'Istituto
Molinari dove aveva studiato a lungo prima di esserne espulso a causa delle
sue idee politiche, dopo un assurdo "processo" avvenuto durante un'assemblea
studentesca. Proprio per quel motivo il padre lo aveva trasferito in una
scuola privata dove frequentava il biennio quarta e quinta e si stava preparando
per l'esame per perito chimico. Era già stato picchiato in altre
occasioni. In particolare, una ventina di giorni prima dell'aggressione
mortale la stessa sorte era toccata a suo fratello Luigi, scambiato per
Sergio.
Lo stesso Sergio e suo padre erano stati ancora
protagonisti di un'altra aggressione quando il giovane studiava la Molinari.
Dopo una accesa discussione con il preside nell'atrio della scuola, erano
stati circondati da un gruppo di studenti. Era nato un tafferuglio: insulti,
sputi, botte.
Un solo professore, al "Molinari" aveva difeso
Ramelli, sostenendo che egli aveva diritto ad avere le sue idee politiche
e che anche gli altri - proprio perché viviamo in una società
democratica- dovevano rispettarle. Il suddetto professore era stato però
"punito" per questo suo atteggiamento: la sua macchina era stata data alle
fiamme dagli ultrasinistri. Sergio Ramelli apparteneva a una famigli di
grandi tradizioni patriottiche. Due suoi parenti avevano ricevuto, nell'ultima
guerra mondiale, la massima decorazione al valore: la medagli d'oro al
valore militare.