Archivio Ramelli - articoli di giornale Il Secolo d'Italia, 26/3/1987 Ancora interrogatori... |
MILANO. Oggi nuova udienza in Corte d'Assise
Ancora interrogatori al processo Ramelli
Dopo Luigi Montinari, ascoltato martedì, oggi toccherà ad un altro membro del "commando" rievocare la bestiale aggressione
MILANO - Riprenderà questa mattina con nuovi interrogatori il processo per l'omicidio di Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso a sprangate da un commando di Avanguardia Operaia.
Martedì il processo era entrato nel vivo con il primo interrogatorio. A rispondere alle domande del presidente della Corte, Antonino Cusumano, era stato chiamato Luigi Montinari. Immediatamente è apparsa chiara quella che sarà la linea difensiva degli imputati. Montinari, oggi medico affermato, ha più volte detto ai giudici di non essersi reso conto, allora, di quello che faceva. Di non aver mai pensato, durante la preparazione del mortale agguato, che si trattasse di "uccidere".
"Il progetto prevedeva una lezione, un pestaggio - ha detto ai giudici -, qualche giorno di prognosi. Ma il giorno dopo, quando cercammo la notizia sui giornali e scoprimmo che Ramelli stava morendo provammo vergogna per l'accaduto". "Ora - ha aggiunto l'imputato - non mi sentirei di fare nulla di simile. Per capire bisognerebbe tornare indietro, a quei tempi".
Il clima di allora, le amicizie, la gioventù, l'inesperienza, tutti elementi su cui oggi la difesa batte per cercare di spiegare, in qualche modo di "giustificare". Ma come si può giustificare un omicidio? Come si possono trovare scusanti per coloro che una mattina di aprile di 12 anni fa attesero sotto casa un giovane ignaro ed inerme per colpirlo selvaggiamente?
Adesso Montinari parla di un errore, di una morte non voluta. "E stato questo, probabilmente, il nostro grande errore - ha detto in aula - non saper valutare l'impatto degli strumenti". Non saper valutare l'impatto delle chiavi inglesi, strumenti micidiali con i quali - ha sottolineato il Presidente della Corte -"si può smontare un transatlantico".
Scuse, giustificazioni, spiegazioni, quasi richieste sottaciute di comprensione, di perdono. Eppure soltanto adesso questi ex estremisti - oggi brillanti professionisti - cercano perdono. Oggi che l'inchiesta rispolverata dopo anni è riuscita a far luce su quel tremendo delitto. Per dodici anni il silenzio era calato sulla tragica fine di Sergio, il pentimento era rimasto inespresso nei cuori degli "assassini". Perché nessuno ha parlato prima confessando il delitto?
In aula, davanti alla Corte, il primo imputato ha raccontato come e perché fu decisa l'aggressione, ha detto chiaramente di non aver mai conosciuto Sergio, per lui era un <nemico> soltanto perché iscritto al Fronte della Gioventù. Ora toccherà agli altri, anche se tutto lascia prevedere che questa cantilena del "non volevamo, non pensavamo, ci vergognammo" si ripeterà a lungo.
Nessuno oggi chiede vendetta, ma soltanto giustizia. E la giustizia non può certo liquidare come un "tragico errore" la fine di un giovane ucciso a sprangate.
(in un riquadro)
Cronaca diretta a "Radio University"
Tutte le udienze del processo Ramelli, in corso alla Corte d'Assise di Milano, verranno trasmesse in cronaca diretta da
Radio University, l'emittente dell'area di destra che trasmette a Milano su 89.500 Mhz della modulazione di frequenza.
Queste pagine sono in perenne costruzione.
Chiunque voglia contattarci per proporci consigli, o aiuto, o anche solo
per segnalarci del materiale non presente in queste pagine può farlo
scrivendo a direzione@cdrc.it