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La meravigliosa storia di Giuseppe e di sua moglie Maria   sacra famiglia

di Paolo Bussagli

Regia di Gabriella del Bianco, con Valentina Guerri, Giacomo Scarpelli, Gabriella del Bianco e Giulio Roselli

Uno spettacolo che narra un momento fondamentale della storia cristiana: la scelta di Giuseppe di credere a Maria e accogliere in casa propria Maria e il figlio Gesù. Come è noto, applicando la legge allora in vigore Giuseppe avrebbe dovuto in realtà denunciare Maria, che sarebbe finita lapidata prima della nascita di suo figlio. Momento fondante del Cristianesimo è dunque la scelta di un uomo di dar credito e fiducia totale a una donna; momento fondante del Cristianesimo è dunque la scelta di rinunciare alla crudezza di certe leggi. Non ci sarebbe stata nessuna storia cristiana senza quest'atto di fede e di rottura. Uno spettacolo semplice, con solo quattro personaggi: Giuseppe, Maria, Elisabetta e un Rabbino.

 

Nota dell'autore

Cristianesimo, Cattolicesimo e femminismo

Un luogo comune di un certo tipo di tradizione intellettuale individua nel Cristianesimo - e particolarmente nel Cattolicesimo - un carattere fortemente antifemminile; a prescindere dal successo recente di certi best sellers si converrà che non di rado si attribuiscono alla nostra matrice cristiana cattolica gran parte dei caratteri antifemministi della nostra cultura e della nostra tradizione. 

Dietro a questi luoghi comuni esiste un dato di fatto reale: non c'è ombra di dubbio che proprio paesi cattolici come la Spagna, la Francia, e l'Italia sono stati i più tiepidi, nell'occidente ad accogliere l'emancipazione femminile: fino a pochi decenni fa esisteva ancora in Italia il "delitto d'onore" (scorciatoia giudiziaria che consentiva al marito che aveva assassinato la moglie in fragranza di adulterio di avere una pena risibile); fino agli anni '90 il codice civile non considerava lo stupro come un reato contro la persona della donna, ma contro la morale, quasi a negare il diritto della donna al possesso del proprio corpo. E questi sono dati di fatto. Tuttavia, sulla base queste "pezze di appoggio" sovente si criminalizza il ruolo del cristianesimo nell'emancipazione femminile, e si dice: è colpa della Chiesa se le donne non hanno un ruolo serio nella nostra società; è colpa della nostra tradizione cattolica se la donna nella nostra società è stata più lenta a trovare il proprio posto.

A nostro avviso le cose però sono un po' più complesse: e in effetti questi tratti di indiscutibile arretratezza sono condivisi da altre nazioni che non hanno niente a che vedere con la cultura cristiana e cattolica: tutti i paesi dell'arco mediterraneo, siano ortodossi e musulmani condividono una certa arretratezza (più o meno accentuata) nell'emancipazione femminile: e cosippure i paesi balcanici, la Turchia, quelli del medio oriente. Ebbene, chiediamoci: qual è, sul piano storico, la matrice comune di questi paesi? E' ovvio che essa non può essere la religione cattolica: il papa non è assolutamente popolare in Grecia e non è certo guardato con reverenza nei paesi islamici.

E'  sufficiente in effetti un atlante storico da pochi euro per capire che questi paesi hanno una radice comune nell'essere stati tutti, per molti anni, parte dell'impero romano e assoggettati al Diritto Romano il quale assegnava al "Pater Familiae" il controllo totale sui membri della propria famiglia e in particolare sulle donne. Guarda caso proprio i paesi che sono stati meno influenzati dal diritto romano e in cui le leggi celtiche e germaniche si sono mantenute maggiormente- Inghilterra, Germania - sono proprio i paesi in cui si sviluppa l'emancipazione femminile..Questo è, a nostro avviso un fatto incontestabile;  vi sono però tre luoghi comuni che pongono alcuni ostacoli a prendere atto di questo dato di fatto

1 - Il primo luogo comune ha a che vedere con la difficoltà di scorgere tratti comuni nella cultura mediterranea. Secoli di ostilità hanno da sempre contrapposto il mondo cristiano e il mondo islamico e ci spingono tuttora a parlare troppo spesso in termini di NOI - LORO. Beninteso, non importa citare il Pirenne per rammentarsi che a partire dal VIII secolo dopo Cristo (la nascita e la diffusione dell'Islam) l'unità mediterranea è stata rotta; ma il diritto romano ha continuato a funzionare ed essere insegnato sia a Roma che a Damasco e Costantinopoli, sia ad Alessandira che a Ravenna. Ha continuato a formare decine di giuristi e a influenzare il costume in ambito cattolico, ortodosso o musulmano.

2- Il secondo luogo comune ha a che vedere con il nostro rapporto con il diritto romano. Siamo soliti considerarlo - a ragione - come un passo avanti incredibile rispetto alle leggi celtiche o germaniche e ci pare impossibile che, in qualcosa, il diritto romano sia stato inferiore. E' un pregiudizio culturale radicato, di fronte al quale non possiamo fare altro che rammentare che, in questo caso come in molti altri concernenti le questioni di genere le normali categorie storiografiche e analitiche sembrano saltare e dar luogo a singolari eccezioni.

3 - Il terzo luogo comune ha a che vedere con la forte ostilità con cui viene guardata la Chiesa Cattolica sia nei paesi cattolici che in quelli protestanti. Da sempre la Chiesa Cattolica si è posta come realtà sovranazionale, venendo a interferire sovente con i problemi interni dei singoli paesi; questo ha chiaramente diffuso, nei paesi protestanti una mai sopita ostilità contro comportamenti visti come intrusivi. Nei paesi cattolici invece la presenza della Chiesa CAttolica è stato spesso ostacolo, nel corso della storia, all'affermazioni degli stati nazionali competendo con gli stessi. Questo è certo indiscutibilmente vero in Italia: rammentiamo che il sacerdote che dette l'estrema unzione a Camillo di Cavour fu sospeso a divinis e che tutto il risorgimento fu essenzialmente anticlericale. 

Non c'è ombra di dubbio che certi tratti di ostilità nei confronti della Chiesa siano ben comprensibili sul piano storico. E tuttavia non si può ammettere la falsificazione: un conto è dar luogo a una ragionevole critica storica alla Chiesa Cattolica,  un conto è dare la stura a un odio feroce e incontrollato: l'incriminazione della Chiesa sul piano dell'emancipazione della donna è ingiusta e inaccettabile.

Senza alcuna velleità di completezza diamo qui alcuni dati di fatto per far riflettere:  

La condizione femminile nella maggior parte della Grecia e a Roma non era certo migliore di quella post cristiana. Vale la pena di ricordare che, ad Atene - e nella maggior parte delle città del mondo classico, la donna faceva i figli ma non doveva educarli; e questo non perché dovesse pensare ad altre attività: non doveva educarli per non contaminarli; in effetti la donna serviva solo a produrre i figli.

Per secoli il diritto Canonico è stata l'unica difesa della donna in tutti i paesi cristiani. Il diritto canonico difendeva non solo il diritto alla maternità e all'educazione dei figli  ma anche la sessualità della donna.

Il potere di una Badessa Cattolica - nel medioevo come oggi -  era - ed è - infinitamente superiore a quello di una professoressa universitaria di oggi o di un pastore protestante donna di oggi. E' piuttosto imbarazzante vedere professoresse che non contano nulla nella loro laica università (o vedere pastori protestanti donne) che criticano la chiesa perchè non offre spazio alle donne. Imbarazzane per non dire patetico. 

Le prime donne delle università occidentali che si sono laureate ed hanno insegnato lo hanno fatto presso le università cattoliche. Un esempio per tutti, Gaetana Maria Agnesi, nominata docente all'Università di Bologna da un papa nel diciassettesimo secolo. Le prime pittrici hanno lavorato per la Chiesa Cattolica . Un esempio per tutti, Artemisia Gentileschi. Per inciso ricordiamo che in due secoli di società europea laica si sono prodotte ben poche matematiche paragonabili alla Agnesi e ben poche pittrici paragonabili alla Gentileschi.

Beninteso, la Chiesa Cattolica, come tutto il resto della società deve probabilmente crescere ancora rispetto alle questioni di genere. Non c'è dubbio; ma non è indietro rispetto alla società laica e ha ben poco da imparare dalla società laica. 

Soprattutto vi è un dato di fatto indiscutibile: il Cristianesimo comincia con una donna, Maria, che concepisce il figlio dio Dio. Lo spettacolo "La meravigliosa storia di Giuseppe e di sua moglie Maria" parla proprio di questo. 

 

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